
Fotobiomodulazione led
In questa pagina parlaremo di Fotobiomodulazione Led per il trattamento della Degenerazione maculare
La degenerazione maculare senile (DME o AMD o DMLE) è caratterizzata dalla disfunzione cellulare nella area maculare. Inoltre causa la irreversibile riduzione della funzionalità visiva del campo visivo centrale.
Esistono sostanzialmente due forme di malattia.
Infatti la AMD inizia con la forma secca (detta anche atrofica), caratterizzata da un assottigliamento progressivo della retina centrale e da depositi proteici chiamati drusen.
Questi si formano sulla retina (sotto la macula) causando la degenerazione delle cellule nel tempo. Successivamente può manifestarsi la forma umida (detta anche essudativa), complicata dalla formazione piccoli capillari detti neo vasi,
Questi vasi possono dare origine a distacchi sierosi dell’epitelio pigmentato o emorragie retiniche che portano ad un importante riduzione della acutezza visiva.
La terapia classica fino ad oggi è stata quella dell’implementazione dietetica, cioè la assunzione di integratori alimentari ricci di sostanze antiossidanti allo scopo di preservare l’integrità della macula.
Terapia di Fotobiomodulazione Led
Una novità però, è giunta da poco a disposizione dei pazienti affetti da AMD secca una terapia innovativa chiamata Fotobiomodulazione maculare.
Gli stadi iniziali ed intermedi della malattia sono quelli che rispondono meglio al trattamento. Lo stadio avanzato con atrofia maculare diffusa non controindica il trattamento, ma avrà dei risultati molto scarsi. La presenza di una opacità dei mezzi diottrici ( come la cataratta ) può ridurre l’efficacia del trattamento. La concomitanza di altre patologie oculari quali Glaucoma, Sindrome dell’occhio secco severa, vitreopatie, maculopatia miopica, retinopatie diverse dalla maculopatia secca possono ridurre l’efficacia del trattamento.
La fotobiomodulazione agisce tramite la emissione di luce LED e produce un effetto fotobiologico sulla cellula, attivando la catena respiratoria cellulare.
La luce LED attiva le componenti della catena respiratoria dei mitocondri e stabilizza la funzione metabolica cellulare, generando la proliferazione e la citoprotezione delle cellule.
La fotobiomodulazione led agisce attraverso l’assorbimento dei fotoni da parte dei fotoaccettori nel tessuto mirato.
Dati tecnici
Il fotoricettore principale della luce è la proteina citocromo C ossidasi.
Lo stress ossidativo e la compromissione della funzione mitocondriale possono contribuire a diversi disturbi oculari; le cellule della retina sono una delle cellule più dipendenti dall’energia nel corpo. La fotobiomodulazione a lunghezze d’onda selezionate può stimolare direttamente la produzione di energia mitocondriale.
L’attivazione del metabolismo cellulare attraverso la catena respiratoria si verifica in cellule sensibili alla luce; la suscettibilità all’irradiazione e la capacità di attivazione dipende dallo stato fisiologico delle cellule irradiate: cellule con stato di ossidazione ridotto (come negli stati patologici) sono più sensibili all’irradiazione.
La disfunzione mitocondriale e lo stress ossidativo svolgono un ruolo chiave nella degenerazione maculare senile.
Si scelgono entrambe le lunghezze d’onda 660 e 850 nm in base alla loro interazione nota con i fotoricettori cellulari nella citocromo c ossidasi; le lunghezze d’onda 660 e 850 nm promuovono il trasferimento di elettroni e il legame dell’ossigeno nella CCO, riattivando la funzione dei mitocondri ed aumentando l’attività metabolica ed inibisce gli eventi infiammatori e la morte cellulare.
La lunghezza d’onda 590 nm inibisce naturalmente il fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF), una proteina che stimola la formazione di vasi sanguigni e che contribuisce allo sviluppo della forma umida di AMD. Aumenta anche la proteina ossido nitrico, che riduce la lesione mediata dallo stress ossidativo nella cellula e aumenta l’erogazione locale di ossigeno.

Fotobiomodulazione Led: Come si effettua?
Il trattamento viene effettuato in ambulatorio oculistico utilizzando l’apparecchio Lumithera Valeda. Il paziente deve appoggiare il mento sulla apposita mentoniera e fissare la luce di riferimento all’interno dell’apparecchio.
Il trattamento ha una durata di 4 minuti.
Può essere trattato un solo occhio oppure entrambi consecutivamente.
Dopo il trattamento il paziente può avvertire una sensazione di abbagliamento della durata variabile di 30-90 minuti. La cura consiste di 9 trattamenti nell’arco di 30-45 giorni che possono poi essere ripetuti dopo 6 mesi.
Non vi sono particolari restrizioni alla normale attività del paziente prima e dopo il trattamento. I risultati della fotobiomodulazione led sono apprezzabili dopo 1-3 mesi dal termine della cura.
Il ciclo di trattamenti può essere ripetuto dopo 6 mesi
Risultati studi clinici
Lo studio clinico LIGHTSITE del 2019 ha valutato l’efficacia e la sicurezza del trattamento Fotobiomodulazione (PBM) nei soggetti con la degenerazione maculare secca legata all’età. I soggetti trattati con Fotobiomodulazione Led hanno mostrato una migliore acutezza visiva corretta media con un guadagno di 4 lettere dopo ogni serie di trattamento al settimo mese.
Circa il 50% dei soggetti trattati con PBM ha mostrato un miglioramento del ≥5 lettere contro il 13,6% in soggetti non trattati. Soggetti molto rispondenti (≥5 lettere miglioramento) nel gruppo PBM hanno mostrato un guadagno di 8 lettere dopo il trattamento iniziale (P <0.01) e mostravano uno stadio iniziale della degenerazione maculare senile.
Statisticamente significativi i miglioramenti nella sensibilità al contrasto, il volume drusen centrale, spessore drusen centrale, e la qualità della vita sono stati osservati (P <0.05). Non sono segnalati eventi avversi relativi al dispositivo.
In conclusione il trattamento migliora statisticamente i risultati clinici e anatomici con benefici più evidenti osservati nei soggetti con fasi di degenerazione maculare iniziale od intermedia. Possono essere necessari più cicli per mantenere i benefici ottenuti. Lo studio clinico TORPA (2017) ha ora valutato cambiamenti anatomici a livello della retina affetta da degenerazione maculare secca, dopo il trattamento di Fotobiomodulazione Led.
La terapia ha determinato un miglioramento anatomico della retina ed anche la acuità visiva è migliorata in oltre il 90% dei soggetti con il 59,5% che ha conseguito più di 5 lettere di miglioramento e il 11,9% ha conseguito più di 10 lettere Miglioramenti nella visione dettagliata o sensibilità al contrasto sono stati significativi e correlate ai miglioramenti dell’acuità visiva.
Questi risultati supportano le relazioni pilota dei precedenti studi clinici (2014 in poi) e suggeriscono l’utilità della Fotobiomodulazione come terapia sicura ed efficace nei soggetti con degenerazione maculare secca legata all’età.

Complicanze
Nessuna complicanza legata al trattamento è descritta negli studi clinici.
È comunque possibile che si verifichi la comparsa di peggioramenti del visus dovuti alla patologia degenerativa o ad altre patologie oculari preesistenti, indipendentemente dal trattamento di Fotobiomodulazione Led.
La terapia per la degenerazione maculare secca oggi trova una nuova possibilità per essere curata. Infatti fino ad ora erano a disposizione solo gli integratori a base di antiossidanti. Si consiglia comunque di continuare ad assumerli per limitare il più possibile i danni da invecchiamento cellulare.